I vini della famiglia Finetti
in tavola da Franco Aliberti

A Milano, nel corso di una cena ai Tre Cristi del socio Euro-Toques Franco Aliberti, abbiamo incontrato Ettore Finetto, uomo, viticoltore, che non usa fronzoli, che va subito al cuore delle questioni. Dalle sue parole, l’anima della cantina Garbole, nata tra le marogne della Valle d’Illasi, estensione orientale eletta “cru” della Valpolicella. «Non sono tanto appassionato del mondo del vino, ma di quello del mio vino». «Studiare, provare, con umiltà e curiosità. Ho sempre avuto in testa i vini che volevo fare, senza nessuno alle spalle che ti condizionasse o limitasse». «Non è importante correre forte, ma andare nella direzione giusta: ci piacerebbe presentare le bottiglie a 10 anni dalla vendemmia. Al momento siamo a quota 7-8». Un profilo netto.

Con la cucina di Aliberti, Ettore Finetto ha proposto le annate 2011 e 2012. La Trippa in umido sotto forma di michetta, il Pacchero fresco con ragù di coda di manzo e mandorle, Biancostato alla brace, a base di bietole, cipolla caramellata, pan brioche e Mousse di crescenza, composta di fichi, meringa alla pera hanno visto alternarsi Heletto Rosso Veneto Igt 2012, Hatteso Amarone Riserva 2011, Hurlo Rosso Veneto Igt 2011, Hestremo Recioto della Valpolicella 2011.

«Il fattore H – ha spiegato Finetto – Vini fatti con la stessa logica. In Valpolicella si possono ottenere vini diversi uno dall’altro dalle medesime uve». Per la messa a punto di Hurlo Ettore e Filippo Finetto sono andati all’origine, vinificando uve dimenticate del territorio: Saccola, Ponte d’Arola, Spigamonti, Segreta. Più un’aggiunta di Corvina. «Rappresenta la massima espressione del vino secondo il nostro pensiero, al di là di mode e tendenze. Abbiamo utilizzato lo stesso procedimento dell’Amarone, ma con uve storiche», ha puntualizzato Ettore Finetto.

Creato in seguito a un appassimento delle uve di circa un mese, Heletto Rosso Veneto Igt danza a metà tra quella che è la componente morbida ottenuta dalla concentrazione degli acini e la componente più fresca e salina conferita dal territorio. Matura per sei anni in botti di legno nuovo e affina un anno in bottiglia. Nato da un appassimento superiore ai 3 mesi, Hatteso Amarone della Valpolicella Docg Riserva cresce in legno per 72 mesi e si sviluppa in bottiglia per almeno un anno. Potente, strutturato, forte e morbido, sviluppa grande equilibrio tra questi elementi. «Un vino permaloso – ha commentato Ettore Finetto – che ha bisogno di tanto tempo».

Hestremo Recioto della Valpolicella Docg viene prodotto da una lunghissima disidratazione delle uve che arriva a toccare i cinque mesi, con una successiva maturazione di almeno tre anni, anche se di solito sono cinque-sei, a cui va aggiunta una sosta di un anno in bottiglia. Il risultato è un vino denso, pieno, zuccherino. In estrema sintesi, i vini Garbole sono inesorabili, da lungo invecchiamento. Si aprono nel calice e si manifestano piano piano sviluppando la grande impronta della cantina dei Finetto, fratelli che non sanno e non vogliono scendere a compromessi.

Venti ettari di vigna coltivati tra i 300 e i 450 metri sopra il livello del mare garantiscono una produzione annuale di 25.000 bottiglie suddivise tra queste quattro diverse etichette che solo nelle annate migliori vengono imbottigliate e immesse sul mercato con il brand Garbole. La produzione più consistente è rappresentata dall’Helecto, con 10-12 mila bottiglie. L’export rappresenta una quota del 70%, quantità ben dosate soprattutto nel sudest asiatico e negli Usa.

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