L’unica cosa inalterata è il nome, Gola, al ristorante di via Ruggero Fauro 2, ai Parioli. Il resto, dal menu agli arredi, è tutto nuovo. Questa la volontà di alcuni giovani under 30 che non si riconoscevano in un’offerta troppo di tradizione, destinata ad una clientela abitudinaria. Ne hanno cambiato volto e identità e ora propongono un’esperienza gustativa basata sul gioco dei sensi e sul divertimento. Il titolare è Simone Segneri, ventottenne appassionato di ristorazione, settore in cui opera da sempre la sua famiglia, ma al timone della cucina è Simone Ballicu, giovane talentuoso con precedenti importanti, dal “Reale” di Niko Romito ad “All’Oro” e a “Capo Faro” con Riccardo Di Giacinto, e naturalmente socio Euro-Toques. Il mood del locale – 120 mq per un totale di 40 posti all’interno e 20 all’esterno – ispira allegria con diavoletti e donne seducenti dipinti alle pareti per ricreare così una sorta di girone dantesco interpretato in chiave moderna e scapigliata. «Ho deciso di dare un’identità più forte al ristorante sia nell’aspetto esterno che nel menu realizzato dallo chef – afferma Segneri – perché siamo un team giovane e lavoriamo per offrire ai clienti momenti di vero piacere».
Già dalla lettura del menu si è coinvolti nel gioco, con termini fantasiosi o volutamente allusivi per definire un piatto. Nessun ordine tradizionale nelle voci e tantomeno divisione tra antipasti, primi secondi e contorni. Il viaggio che propone è sensoriale, divertente e goloso sia nella forma che nella sostanza. Ecco qualche esempio: Matrù, il nome arcaico di Amatrice, è stato scelto per i panini cinesi al pepe cotti al vapore con maiale stufato all’amatriciana e pecorino; Bon Thon “ricordo di una nizzarda” è un tonno rosso scottato, accompagnato da una spuma di patate, pomodoro, cipolla candita, tuorlo d’uovo, olive disidratate e polvere di rucola.
Grandi protagoniste le paste Stradizionali, rivisitazioni delle classiche paste romane. Amatriciana è un cappellaccio fatto in casa ripieno di amatriciana con pecorino e croccante al pepe; Cacio e Pepe è un tortellino ripieno di cacio e pepe con carciofi, limone e origano; Carbonara è uno spaghetto Benedetto Cavalieri con uova bio, guanciale croccante e tartufo nero. La pasta alla Gricia diventa da “Gola” un Griciaburger, un hamburger che contiene al posto del cheddar il pecorino stagionato e invece del bacon il guanciale croccante. Il tutto accompagnato da un ketchup contaminato con l’amatriciana.
Imperdibili le Bombe krapfen salate imbottite di burro francese, alici e timo che -come confessa lo chef- sono state ispirate da quelle di Niko Romito. Ma più che scegliere alla carta vale la pena provare un menu degustazione. La scelta è tra il Divino, un percorso composto da sei piatti a base di carne e Gola, un menu a base di pesce, oppure lasciarsi guidare dallo chef nella degustazione alla cieca chiamata Caronte. Impossibile resistere ai dolci ispirati ai sette peccati capitali, tra questi troviamo Lussuria (una Crème brulée al tè matcha e passion fruit), Gola (un maritozzo con crema chantilly allo zabaione e noccioline), oppure Ira (una sfera di meringa bruciata su frolla leggermente salata con effetti speciali si rompe con colpo deciso per gustare l’esplosione di crema agli agrumi all’interno).
In abbinamento ai piatti Simone Segneri, che è anche sommelier, ha pensato la carta dei vini di Gola come un giro di d’Italia in 34 etichette di piccoli e grandi produttori, da Nord a Sud. Ritorno alla tradizione col Pranzo della domenica dal nostalgico nome “Come vorrebbe nonna Annarella”con ricette della tradizione. In particolare si può scegliere tra Inferno (30 euro bevande escluse) e Purgatorio (25 euro bevande escluse); il primo menu è completo di antipasti, primo e secondo a scelta mentre Purgatorio include, oltre agli antipasti, un primo o un secondo piatto. Entrambi prevendono in chiusura un ricco buffet di dolci fatti in casa.