Un progetto, Healing chef – la cucina che aiuta a guarire, e un corso di Medicina culinaria: un focus sulla formazione al dipartimento di Alimentazione, agricoltura e ambiente dell’Università di Catania. Il corso “Medicina culinaria: applicazioni scientifiche alla base della Dieta mediterranea” ideato da Carla Savoca con il supporto di Carmelo Pagano, è cominciato ad aprile, e tra gli iscritti ci sono 17 cuochi, alcuni dei quali stellati.
«Il progetto Healing Chef nasce da studi di filogenesi gastronomica – spiega Carla Savoca – prendendo le mosse dalla semplicità nell’antico uso degli alimenti. L’industrializzazione da una parte e la ricerca puramente gastronomica ci hanno un po’ fatto dimenticare le proprietà anche terapeutiche contenute nei cibi. Healing Chef, che significa “lo chef che cura”, intende diffondere la cultura di una alimentazione corretta e preparata da arte affinché i principi curativi contenuti in moltissimi alimenti possano essere utilizzati al massimo, sia in sede di prevenzione sia nel caso di cura di determinate patologie».
«Healing Chef ha senza dubbio una base scientifica. Rimango convinto – spiega Filippo Drago, direttore del dipartimento di Scienze biomediche e biotecnologiche dell’Università di Catania – che la terapia delle malattie dell’uomo si basi e si baserà sempre sull’uso dei farmaci, ma in una visione più globale del benessere dell’essere umano non c’è dubbio che il cibo cucinato bene con le qualità dell’alta cucina può avere effetti terapeutici. Ci sono molte patologie, infatti, in cui l’approccio alimentare può avere ricadute positive dal punto di vista terapeutico».
«L’Università è sempre più attenta al settore delle Scienze gastronomiche – spiega Salvatore Cosentino, direttore del dipartimento di Agricoltura, alimentazione e ambiente dell’Università di Catania – tanto che è nata una nuova classe di laurea. I nostri docenti e ricercatori impegnati in questo corso stanno trasferendo le nostre conoscenze in termini di caratteristiche dei prodotti agroalimentari, di conservazione dei principi nutritivi e terapeutici derivanti da cotture che le preservano e si sta realizzando un interessante scambio di know-how con i cuochi coinvolti».
Un punto di vista condiviso anche dai cuochi Euro-Toques iscritti al corso: Salvatore Calleri (Regina Lucia), Roberta Gallo (Regina Lucia), Sebastiano Sorbello (Sabir Gourmanderie), Maurizio Urso (Eduardo- Hotel Parco delle Fontane). E allo stesso modo condiviso dagli altri, Riccardo Cilia (Tocco D’Oro), Andrea Ali (Ristorante Andrea), Vincenzo Candiano (Locanda Don Serafino), Vincenzo Cinardo (Ariston Dolci), Pietro D’Agostino (La Capinera), Paolo Di Domenico (Ristorante Lo Scrigno dei Sapori), Gianluigi Mangia (Gigi Mangia), Francesco Patti (Coria), Giuseppe Raciti (Zash), Concetto Rubbera (Ortea Palace Luxury Hotel), Angelo Treno (Al Fogher), Salvatore Vicari (Ristorante Vicari), Nicola Zinna (Zenzero e Salvia).
Molti di loro hanno sottolineato l’utilità dell’esperienza per approfondire le conoscenze ai fornelli, per la costruzione di piatti, per aiutare chi soffre di determinate patologie, per scoprire delle chicche, alimenti che contengono proprietà insospettabili ai più, come i lupini, ricchissimi di Omega3.
Un entusiasmo che spinge curatori, docenti e cuochi coinvolti a guardare avanti. Nel progetto Healing Chef c’è infatti anche l’idea di avviare una Scuola di alta formazione, grazie al partenariato con l’Università di Catania, che potrà raccogliere le competenze di esperti di varia estrazione in un rapporto interazione-integrazione (medici, cuochi, tecnici dell’alimentazione) per la formazione di operatori della gastronomia dotati di livelli anche di diversi di formazione di base, cioè laureati in Scienze e tecnologie della ristorazione, Scienze e tecnologie alimentari, diplomati presso gli istituti professionali, operatori del settore con esperienza pluriennale. La scuola potrà rappresentare una “perla” nel mondo della gastronomia moderna costituendo anche un polo formativo e innovativo nell’ambito della formazione specialistica.