Alla Torre di Spilimbergo, la filosofia del 3 nei piatti di Marco Talamini

Un castello medioevale fa da cornice alla cucina del ristorante dello chef già stellato e socio Euro-Toques. L’abbinamento vini è firmato dall’esperienza del sommelier Massimo Botter

Il ristorante La Torre di Spilimbergo apre i battenti grazie a Stefano Zannier nel lontano 1983, nella vecchia sede che ora è una prestigiosa enoteca, per trasferirsi nel 1992 al piano terra del Palazzo dipinto nel Castello di Spilimbergo, un castello medioevale del 1.100. In quel momento entra nel team anche il sommelier Massimo Botter, che con gli anni affina la conoscenza approfondita del territorio e non solo, riuscendo con capacità e bravura a instaurare con la clientela un rapporto di assoluta fiducia.

Il 2000 è un anno importante per il ristorante La Torre di Spilimbergo, grazie all’arrivo dello chef Marco Talamini che, carico delle 2 stelle Michelin di Asolo e Padova, porta definitivamente la giusta impronta alla cucina della Torre, che negli ultimi 20 anni si è guadagnata un posto di prestigio nella ristorazione friulana e internazionale.

Nato a Cortina d’Ampezzo nel 1960, Marco Talamini ha frequentato la scuola alberghiera di Falcade, sempre nel Bellunese, per poi spostarsi da una cucina all’altra in lungo e in largo per l’Italia e l’Europa. Nel 1987 torna in Veneto, dove apre ad Asolo (Tv) il Ristorante Bacco Tabacco, che dopo 9 anni gli varrà una stella Michelin, confermata l’anno successivo (1997) nel nuovo ristorante di Padova. Ma Talamini vuole allargare gli orizzonti e si mette di nuovo in viaggio. Vola alto e approda a Spilimbergo con alle spalle anche l’esperienza nelle cucine di Peck e di Sadler. Nel castello si è impegnato, passo dopo passo, a traghettare il locale ad una ristorazione di livello superiore.

Marco Talamini elabora una cucina di ricerca che segue le stagioni. La carta viene comunque rinnovata ogni 50 giorni, mantenendo fissi tre piatti, che cambiano con la stagionalità. I percorsi degustazione proposti ai clienti racchiudono la filosofia di cucina del ristorante, che si basa principalmente sulla valorizzazione dell’ingrediente. Lo chef applica con rigore la filosofia del tre, in modo che nel piatto non regni la confusione, con un solo elemento portante e altri due che lo esaltano. E poi tre consistenze e tre sapori.

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